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Caratterizzazione dei rifiuti: quando e ogni quanto è necessaria l’analisi

La caratterizzazione dei rifiuti risulta necessaria in diversi casi, al fine del rispetto della Normativa ambientale e di una corretta gestione dei rifiuti. Scopriamo quando e ogni quanto è necessario procedere alle analisi chimiche dei rifiuti speciali.

 

 

Introduzione

Ovviamente identificare i rifiuti non basta, bisogna farlo correttamente. Ciò anche se non vi è alcun articolo all’interno del D.lgs. 152 del 2006 che sanzioni direttamente l’errata identificazione dei rifiuti. Piuttosto, operare una scelta sbagliata influenza a cascata tutti i successivi aspetti della gestione rifiuti.

Talune conseguenze a cascata di una errata identificazione del rifiuto consistono nella compilazione sbagliata del Registro di carico e scarico, del Formulario di trasporto e l’affidamento in gestione a soggetti non autorizzati. Un rifiuto pericoloso gestito come non pericoloso comporta inoltre una tenuta del deposito temporaneo non in conformità, con il rischio di utilizzare contenitori non sicuri e senza adeguata segnaletica. Tutte queste violazioni sono sanzionabili, talvolta anche penalmente.

 

La classificazione dei rifiuti

Prima della caratterizzazione vi è la classificazione del rifiuto. Si tratta dell’azione d’identificazione dei rifiuti e nello specifico consiste nell’affibbiare al rifiuto un codice di sei cifre rintracciabile all’interno dell’Elenco Europeo di Rifiuti (EER). Il singolo codice è noto come codice CER o più semplicemente CER (Codice Europeo Rifiuti).

All’interno dell’elenco sono presenti CER di rifiuti non pericolosi assoluti e CER di rifiuti pericolosi assoluti contraddistinti da un asterisco. Sono inoltre presenti anche i cosiddetti codici a specchio, ovvero coppie di codici con le sei cifre identiche ma di cui uno dei due ha anche l’asterisco. Significa che in base alla concentrazione di alcune sostanze contenute un rifiuto può essere pericoloso o meno.

Se si è di fronte a rifiuti con codici a specchio, per determinare se sia o no pericoloso si devono raccogliere tutte le informazioni possibili sulle sostanze che compongono il rifiuto e il processo che l’ha generato.

Per fare questo ci sono le Schede di Sicurezza che contengono le informazioni circa la pericolosità delle sostanze. Ma la pericolosità delle sostanze è diversa dalla pericolosità dei rifiuti quindi talvolta le schede di sicurezza non sono sufficienti. Bisogna considerare che il processo produttivo può modificare le sostanze e che quindi il rifiuto può vedere modificata la propria composizione.

Per indagare allora la pericolosità dei rifiuti c’è la caratterizzazione.

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Definizione di caratterizzazione dei rifiuti

La caratterizzazione può essere definita come il procedimento di analisi chimica attraverso la quale il rifiuto viene analizzato, ne viene nel caso appurata la pericolosità e quindi il tipo di pericolosità. Nel caso di rifiuto pericoloso ne devono essere identificate le caratteristiche di pericolo, per fare un esempio se infiammabile o corrosivo, definendo le classi di pericolosità HP.

Per fare in modo che le analisi siano attendibili si deve conoscere dettagliatamente il ciclo produttivo che origina il rifiuto per sapere quali sostanze ricercare.

Importante per la caratterizzazione è la campionatura del rifiuto. Ovvero bisogna effettuare il prelievo di un campione rappresentativo del rifiuto nella sua totalità e cioè che abbia le stesse caratteristiche della massa originaria da cui proviene.

A completamento dev’essere redatta una scheda di caratterizzazione del rifiuto da conservare e presentare a richiesta. All’interno di essa devono essere riportati:

  • ciclo produttivo nel dettaglio;
  • sostanze che concorrono a formare il rifiuto nel ciclo produttivo con la raccolta delle Schede di Sicurezza dei vari materiali;
  • eventuali analisi di classificazione per appurare l’effettiva concentrazione delle sostanze rilevate al punto precedente o escluderne la presenza.

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Quando e ogni quanto è necessaria la caratterizzazione dei rifiuti

Quello che però preme sapere è quando è necessario procedere alla caratterizzazione dei rifiuti. Il primo caso è quello sopra riportato, ovvero nel determinare il codice CER a specchio, decidendo se sia o meno pericoloso e quindi se adottare il codice con asterisco o meno. Ciò sarà poi propedeutico all’accettazione del rifiuto presso l’impianto di smaltimento o di recupero.

La caratterizzazione ha lo scopo di fornire informazioni fondamentali agli impianti, come composizione, consistenza, tendenza a produrre percolato, possibilità di trattamento e altri parametri. Tutto ciò al fine di determinarne l’ammissibilità presso gli impianti di smaltimento o recupero.

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In base a questo la Normativa configura l’obbligo di procedere alla caratterizzazione dei rifiuti in alcuni casi. Questi riguardano rifiuti speciali però sia pericolosi che non pericolosi.

Per il conferimento di rifiuti speciali sia pericolosi che non pericolosi presso impianti di smaltimento (D) la caratterizzazione deve essere eseguita in occasione del primo conferimento e ripetuta almeno una volta ogni dodici mesi o ogni volta che viene a modificarsi il processo originante i rifiuti.

Per il conferimento di rifiuti speciali presso impianti di recupero (R) autorizzati in regime semplificato è necessaria la caratterizzazione al primo conferimento e ripetuta ad ogni variazione significativa del processo che genera i rifiuti stessi. Se non pericolosi la caratterizzazione va ripetuta almeno ogni ventiquattro mesi mentre per quelli pericolosi almeno ogni dodici.

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