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Il CONAI. Cos’è e come funziona il Consorzio Nazionale imballaggi

Scopriamo cos’è il CONAI, il sistema consortile che nel nostro Paese si occupa del recupero e riciclo degli imballaggi.


Indice


Cos’è il CONAI

Il CONAI, acronimo di “Consorzio Nazionale Imballaggi”, è il consorzio privato senza scopo di lucro creato per aumentare il recupero e il riciclo degli imballaggi.

Ad esso sono obbligate ad aderire le imprese produttrici, importatrici e utilizzatrici di imballaggi affinché i costi di gestione dei rifiuti da essi derivati ricadano su chi li produce. Ciò per fare in modo che i costi sostenuti dai Comuni per la raccolta e il recupero o smaltimento siano almeno in parte sovvenzionati. Il Sistema CONAI infatti nasce per porre in essere il principio della responsabilità estesa del produttore riguardo gli imballaggi.

Il CONAI a sua volta coordina le attività di 6 consorzi di filiera che raccolgono le imprese che producono o gestiscono gli imballaggi dei 6 materiali più diffusi. Si tratta di:

  • RICREA – acciaio 
  • CIAL – alluminio
  • COMIECO – carta/cartone
  • RILEGNO – legno
  • COREPLA – plastica
  • COREVE – vetro

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Il Contributo Ambientale Conai (CAC)

Il CONAI agisce in sinergia con l’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni, con la quale ha un accordo che definisce la copertura parziale dei costi sostenuti dai Comuni, garantendo il necessario raccordo Pubblica Amministrazione e imprese.

Le aziende aderenti al Consorzio devono versare un contributo obbligatorio, il cosiddetto CAC – Contributo Ambientale Conai, che rappresenta la forma di finanziamento alle attività di raccolta differenziata e di riciclo sostenute dalle municipalità.

Il CAC è diverso a seconda della tipologia di imballaggio. Il CONAI ne trattiene una parte per coprire le spese amministrative mentre quella più rilevante viene trasferita attraverso i Consorzi di filiera ai Comuni. Nel rispetto di quanto previsto dall’Accordo quadro ANCI-CONAI, vengono riconosciuti ai Comuni i corrispettivi economici per la copertura dei maggiori oneri derivanti dalla raccolta differenziata degli imballaggi.

Chi deve versare il contributo CAC?

Le imprese che si devono registrare al Consorzio sono:

  • produttori di elementi che vengono utilizzati imballaggi;
  • importatori di materie prime per imballaggi;
  • produttori di semilavorati che possono essere poi usati per imballaggi;
  • importatori di semilavorati;
  • produttori di imballaggi vuoti;
  • importatori e rivenditori di imballaggi vuoti;
  • chi compra e riempie imballaggi vuoti;
  • importatori merci imballate;
  • autoproduttori (coloro che acquistano degli imballaggi per confezionare le proprie merci)

Ci sono alternative al CONAI?

L’art. 26 del D.L. 24 gennaio 2012, n. 1 consente ai produttori di imballaggi di organizzarsi in consorzi. Le imprese possono organizzare autonomamente, anche in forma collettiva (quindi tramite consorzi), la gestione dei propri rifiuti di imballaggio sull’intero territorio nazionale. Devono però attestare sotto la propria responsabilità che è stato messo in atto un sistema di restituzione dei propri imballaggi, mediante idonea documentazione che dimostri l’autosufficienza del sistema.

I produttori che vogliono evitare di aderire al CONAI possono quindi sottoporre all’Osservatorio nazionale sui rifiuti un progetto di sistema alternativo, col fine di ottenerne il riconoscimento. Il riconoscimento avviene solo se i produttori sono capaci di:

  • dimostrare di avere organizzato il sistema secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità;
  • garantire che il sistema sia effettivo e autonomo;
  • garantire che sarà in grado di conseguire gli obiettivi minimi di recupero e riciclo.

Il mancato riconoscimento del sistema alternativo o la revoca disposta dall’Autorità, comporta l’adesione obbligatoria ad uno dei consorzi di filiera e avrà effetto retroattivo ai fini della corresponsione del contributo ambientale in proporzione agli obiettivi di riciclo.

Scopri qui MUD – Comunicazione Imballaggi e Comunicazione RAEE

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