Trasporto rifiuti in ADR

Scopriamo cos'è l'ADR, l'accordo europeo sul trasporto di merci pericolose su strada, e perché è fondamentale anche per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti aziendali soggetti a normative specifiche

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Esenzioni trasporto rifiuti in ADR

L’ADR è una normativa tecnica internazionale che disciplina le condizioni di sicurezza per trasportare sostanze pericolose su gomma che riguarda anche i rifiuti. I rifiuti, se contenenti determinati composti chimici, possono rientrare nelle merci pericolose soggette ad ADR. È quindi cruciale per imprese, trasportatori e consulenti ambientali sapere quando e come applicare questa normativa per essere conformi alla legge e prevenire sanzioni.

In questo articolo trovi una guida completa, aggiornata e pratica sull’ADR applicato ai rifiuti, con focus su esenzioni, obblighi e differenze tra pericolosità ambientale e pericolosità ai fini del trasporto.

Cos’è l’ADR

ADR è l’accordo europeo per il trasporto di merci pericolose firmato nel 1957 con l’obiettivo di uniformare le norme di sicurezza per il trasporto di questo tipo di merci su strada. Contiene all’interno di due allegati (A e B) le disposizioni con le norme tecniche necessarie per effettuare il trasporto internazionale di merci pericolose su strada in sicurezza. L’Italia è uno dei 52 paesi che ad oggi hanno firmato questa intesa e recepito tali norme anche per il trasporto interno. La ratifica italiana dell’ADR è avvenuta con la Legge n.1839/1962.

Come abbiamo anticipato, se si lavora nell’ambito dei rifiuti è molto importante sapere cosa prevede l’accordo ADR perché tra le merci pericolose che possono viaggiare su strada ci sono proprio anche i rifiuti.

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Qual è il significato dell’acronimo ADR?

ADR è l’acronimo del francese Accord européen relatif au transport international des marchandises Dangereuses par Route. Tradotto in italiano “Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada“.

Partiamo col dire che in Europa il trasporto di merci contenenti sostanze pericolose è regolamentato da diversi accordi. Sono l’ADR per il trasporto su strada, il RID per quello ferroviario e l’ADN per quello attraverso vie navigabili interne. Ritornando al Formulario rifiuti, nel campo 8 è infatti presente anche la sigla RID.

Da come si può facilmente comprendere si tratta di un accordo sovranazionale che regola il trasporto su gomma di merci pericolose. Nel particolare questo accordo predispone quali procedure operative applicare al trasporto di determinate tipologie di sostanze. Quali imballaggi utilizzare, l’etichettatura da apporre, come procedere al fissaggio del carico e quale cartellonistica disporre sui mezzi di trasporto da immettere in strada.

Inoltre da questa Normativa, che vedremo nello specifico di seguito, sono previsti anche altri obblighi da rispettare. Innanzitutto ogni azienda che trasporta regolarmente le sostanze regolate dalla Normativa deve avere almeno una persona incaricata di far rispettare le disposizioni e gli obblighi in merito al trasporto di merci pericolose. Trattasi del consulente per la Sicurezza dei Trasporti, più comunemente noto come “Consulente ADR”.

Tutti i conducenti di mezzi che trasportano le sostanze oggetto di regolamentazione devono essere in possesso di un certificato per il trasporto di merci pericolose. Questo è noto anche come “patentino ADR“. Tale certificato valido per cinque anni, dev’essere rinnovato prima della data di scadenza seguendo un corso di aggiornamento.
Ogni mezzo che trasporta le merci pericolose deve essere dotato di un equipaggiamento speciale, che comprende segnali di avvertimento pieghevoli arancioni, casco, occhiali protettivi e due estintori.

Scopri la definizione di rifiuto e quali sono i Rifiuti speciali

Quali rifiuti sono soggetti al trasporto in ADR?

I rifiuti in ADR, quindi, sono tutti quei rifiuti (pericolosi e non) che, in base alle sostanze in essi contenute possono essere classificati pericolosi ai fini del trasporto secondo la normativa ADR. Perché?

Bisogna subito specificare che non esiste una corrispondenza fra la categoria dei “rifiuti pericolosi” individuati dal D.Lgs 152/2006 e quelli delle merci pericolose ai sensi dell’accordo ADR. Inoltre è possibile che rifiuti classificati come non pericolosi possano comunque rientrare nella categoria di merci pericolose sottoposte ad ADR.

Il motivo è che principalmente non c’è una corrispondenza tra Codici CER e numeri ONU, come vedremo meglio sotto. Il numero ONU è un codice di 4 cifre che identifica univocamente in tutto il mondo un tipo di sostanza pericolosa. A questo codice è associato il tipo di pericolosità della stessa ed una determinata classificazione ADR.

Non esistendo quindi un criterio di raffronto diretto fra codici CER e numeri ONU, la classificazione di pericolosità dei rifiuti ai fini del trasporto su strada, con conseguente assegnazione del numero ONU, va effettuata secondo i criteri enunciati nella sottosezione ADR 2.2.x.1.

Infatti la sezione 2.1.3 -“Classificazione di materie, comprese le soluzioni e miscele (come preparati e rifiuti), non nominativamente menzionate”- stabilisce che le materie non nominativamente menzionate nell’ADR debbano essere classificate “in funzione del loro grado di pericolo secondo i criteri enunciati nella sottosezione 2.2.x.1 delle diverse classi”. Il o i pericoli presentati da una materia devono essere determinati in base alle sue caratteristiche fisiche, chimiche e proprietà fisiologiche.

Consulta l’elenco completo dei codici EER/CER

Il codice CER corrisponde al numero ONU?

Come abbiamo anticipato, non esiste un criterio di raffronto diretto fra codici CER e numeri ONU. La classificazione di pericolosità dei rifiuti ai fini del trasporto su strada, con conseguente assegnazione del numero ONU, va effettuata secondo i criteri enunciati nella sottosezione ADR 2.2.x.1. È in teoria possibile che rifiuti classificati come non pericolosi possano rientrare nella categoria di merci pericolose sottoposte ad ADR perché contenenti sostanze dell’elenco in determinate quantità.

La sezione 2.1.3 stabilisce infatti che le materie debbano essere classificate “in funzione del loro grado di pericolo secondo i criteri enunciati nella sottosezione 2.2.x.1 delle diverse classi”. Il o i pericoli presentati da una materia devono essere determinati in base alle sue caratteristiche fisiche, chimiche e proprietà fisiologiche.

Come sapere se un rifiuto è soggetto ad ADR

Per comprendere se un rifiuto sia soggetto ad ADR e quindi sapere che tipo di misure di sicurezza adottare per il trasporto è necessario conoscere se esso contiene le sostanze identificate con numero ONU oltre una determinata soglia. Di solito per identificare il numero ONU, salvo casi particolari in cui è semplice riuscire a farlo, è necessario eseguire delle analisi di caratterizzazione.

Nel caso i rifiuti debbano essere soggetti ad ADR devono essere determinate le condizioni di trasporto che comprendono:

  • l’imballaggio;
  • l’etichettatura;
  • quali documenti per il trasporto predisporre;
  • cosa fare in caso di emergenza.

Per definire poi il tipo di imballaggio da utilizzare per la merce da trasportare si deve procedere incrociando due parametri:

  1. il numero ONU che identifica la sostanza pericolosa;
  2. il gruppo di imballaggio, che definisce il grado di pericolosità di una data merce (esempio: gruppo di imballaggio I, materie molto pericolose).

La combinazione di queste due informazioni, consente di procedere al corretto confezionamento della merce. Queste istruzioni si trovano nella Tabella A del capitolo 3.2 ADR, chiamata anche “lista delle merci pericolose”. Ogni riga della Tabella A si riferisce ad un preciso numero ONU e ad esso è associato un gruppo di imballaggio (P.G.).

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I rifiuti pericolosi sono sempre soggetti ad ADR?

L’ADR classifica le merci pericolose in 13 classi in base ai tipi di pericolosità, ad esempio liquidi infiammabili. All’interno di ogni singola classe sono quindi elencate le singole sostanze. L’appartenenza di una sostanza ad una classe dipende dal pericolo principale che essa presenta.

  1. La classe 1 identifica materie e oggetti esplosivi;
  2. la classe 2 identifica gas;
  3. la classe 3 identifica liquidi infiammabili;
  4. la classe 4.1  identifica solidi infiammabili, materie autoreattive, materie che polimerizzano e esplosivi solidi desensibilizzati;
  5. la classe 4.2 identifica materie soggette ad accensione spontanea;
  6. la classe 4.3 identifica materie che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili;
  7. la classe 5.1 identifica materie comburenti;
  8. la classe 5.2 identifica perossidi organici;
  9. la classe 6.1 identifica materie tossiche;
  10. la classe 6.2 identifica materie infettanti;
  11. la classe 7 identifica materiali radioattivi;
  12. la classe 8 identifica materie corrosive;
  13. la classe 9 identifica materie e oggetti pericolosi diversi.

Nell’Allegato A, come detto, sono presenti oltre alla lista delle merci pericolose soggette all’ADR anche le esenzioni. Si tratta delle eccezioni riguardanti sostanze presenti nella lista ma non soggette alla normativa a certe condizioni.

Per quanto riguarda i rifiuti? Tecnicamente non tutti quelli pericolosi sono soggetti ad ADR come non tutti i rifiuti non pericolosi sono esenti. Questo è dovuto al fatto che all’interno della lista delle sostanze pericolose, queste sono identificate con i numeri ONU. Lo ripetiamo: i numeri ONU sono i codici di 4 cifre che identificano univocamente in tutto il mondo ogni sostanza pericolosa.

A questo codice in base alla classe in cui è incluso secondo il tipo di pericolosità viene associata una classificazione ADR, ovvero particolari condizioni per il trasporto. Sappiamo invece che i rifiuti pericolosi sono individuabili nei codici CER con asterisco all’interno dell’elenco consultabile nell’allegato D alla parte quarta del D.lgs. 152/2006. Non essendoci una corrispondenza tra Codici CER e numeri ONU l’assoggettività dei rifiuti al trasporto ADR deve essere valutata caso per caso.

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Qual è la differenza tra pericolosità ADR e pericolosità HP nei rifiuti

Partiamo dal presupposto che la classificazione di un rifiuto pericoloso con codice CER asteriscato ne prevede poi l’individuazione delle eventuali caratteristiche di pericolo HP al fine di una corretta gestione.

L’ADR, invece, gestisce la sola fase di trasporto su strada pubblica e ha l’obiettivo di prevenire danni alla salute, ai beni e all’ambiente a seguito di un incidente. Un rifiuto è dunque soggetto ad ADR se è in grado di provocare i danni appena citati. A questo proposito sono individuabili alcune casistiche.

Ad esempio, un rifiuto infiammabile (HP3) è sicuramente soggetto ad ADR. Rifiuti aventi HP13, HP11, HP10 ovvero sensibilizzanti, mutageni o tossici per la riproduzione invece non lo sono. In questo caso infatti, i pericoli per la salute causati da questi rifiuti possono verificarsi dopo un’esposizione prolungata nei loro confronti e non a seguito di un incidente. Altre caratteristiche di pericolo come HP6 (tossico), HP8 (corrosivo) o HP14 (ecotossico) sono invece da valutare caso per caso.

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Quali sono le tipologie di trasporto in ADR

Quando un rifiuto deve essere trasportato in ADR l’accordo specifica il tipo di imballaggio, etichette e marchi da applicare su di essi ed eventuali esenzioni. Ecco le diverse casistiche:

  • Esenzione per Quantità Limitata. In questo caso, il rifiuto deve essere trasportato all’interno di un idoneo imballaggio conforme al capitolo 6.1.4, sul quale viene apposto uno specifico marchio e nel Formulario da compilare dev’essere contrassegnata la dicitura “Si’” alla voce “ADR”. L’unità di trasporto deve essere opportunamente marcata, tranne il caso in cui la massa lorda totale dei colli contenenti merci pericolose imballate in quantità limitate non supera 8 t per unità di trasporto ed esse sono le uniche merci pericolose presenti sul mezzo.
  • Esenzione per Quantità Limitata per unità di trasporto. Per utilizzare questo tipo di esenzione è necessario che vengano rispettati i quantitativi massimi di merce trasportabile per unità di trasporto così come definito del capitolo 1.1.3.6 ADR.
  • Trasporto in completo regime ADR. Questa situazione è analoga a quelle viste in precedenza, ma le disposizioni di sicurezza sono ancora maggiori, dal momento che non si tratta di applicare esenzioni dovute al trasporto di quantità limitate di rifiuti pericolosi.

Chi è coinvolto in un trasporto di rifiuti in ADR?

Un trasporto in ADR coinvolge tutte le figure che partecipano alla gestione della movimentazione su strada di un rifiuto pericoloso. Le figure alle quali la normativa si rivolge possono essere ricondotte a quattro:

  1. colui che effettua la spedizione del rifiuto pericoloso (può coincidere con lo stesso produttore del rifiuto);
  2. colui che si occupa dell’imballaggio e del carico;
  3. il trasportatore;
  4. il destinatario.

Gli oneri di chi spedisce riguardano la corretta classificazione dei rifiuti, in modo che nel caso, siano predisposti al trasporto conformemente alla normativa ADR. Chi effettua l’imballaggio e il trasportatore devono utilizzare per i colli gli imballaggi conformi e contrassegnarli adeguatamente in base alle indicazioni contenute nell’accordo. Il destinatario, che può essere l’impianto di recupero o smaltimento, ha l’obbligo di verificare che le prescrizioni ADR per il carico siano state rispettate.

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Aggiornamenti normativa ADR

Cosa è cambiato dal 2019?

Il regolamento ADR, nato nel 1957 e ratificato in Italia con la Legge n. 1839 del 1962 è sottoposto a revisioni biennali per venire incontro all’avanzare del progresso tecnologico anche nel campo dei trasporti. L’ ultimo aggiornamento è diventato effettivo il 1° luglio 2019 con il Decreto del Ministero dei Trasporti del 12 febbraio dello stesso anno. Ad oggi sono 52 i paesi firmatari dell’Accordo ADR con una estensione geografica ben oltre i confini dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda l’ultima versione, sono state apportate tre modifiche degne di nota:

  • È stata eliminata l’esenzione dall’obbligo di nominare il consulente ADR per gli spedizionieri di merci pericolose. Dovranno adeguarsi entro il 31 dicembre 2022. Questa figura in quel contesto avrà l’onere di prevenire ed evitare i rischi inerenti alle attività di manipolazione e trasporto di tali merci.
  • Il trasporto di macchinari contenenti nei loro circuiti sostanze pericolose non sarà più esentato. Nel caso poi si tratti di liquidi dovranno essere anche apposte le frecce di orientamento.
  • In tutte le definizioni ADR è stato sostituito il termine rischio con pericolo.

Com’è strutturato l’Accordo ADR?

L’Accordo si compone di 17 articoli, due allegati e un protocollo d’intesa. Il fulcro dei contenuti, consistente in tutte le disposizioni sul trasporto, è nei due allegati:

  • Allegato A: Disposizioni generali e disposizioni relative alle materie e oggetti pericolosi (suddiviso in 7 parti);
  • Allegato B: Disposizioni relative all’equipaggiamento di trasporto e al trasporto (suddiviso in 2 parti).

Nell’Allegato A sono presenti tra le altre la classificazione e la lista delle merci pericolose, le esenzioni, le disposizioni relative all’utilizzazione degli imballaggi, le procedure di spedizione, le modalità di compilazione del documento di trasporto e delle istruzioni in caso di emergenza (cosiddetta tremcard). Inoltre tutte le disposizioni concernenti le condizioni di trasporto, carico, scarico e movimentazione.

Nell’Allegato B sono invece riportate le prescrizioni relative al personale viaggiante, all’equipaggiamento e la documentazione da conservare a bordo.

Il consulente ADR

Per fare in modo che le prescrizioni ADR possano essere adeguatamente predisposte per i trasporti effettuati dalle aziende, nella sezione 1.8.3 dell’accordo è normata la figura del consulente ADR. Viene definito come colui che è incaricato di facilitare l’opera di prevenzione dei rischi per le persone, i beni e l’ambiente inerenti l’attività di trasporto di merci pericolose.

Attraverso il Decreto legislativo n. 40/2000 il Consulente ADR è introdotto nel nostro ordinamento giuridico come consulente alla sicurezza dei trasporti di merci pericolose. Ciò per recepire la Direttiva 96/35/CE, relativa alla designazione e alla qualificazione professionale dei consulenti per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose su strada, per ferrovia o per via navigabile.

Il consulente ADR deve avere una conoscenza approfondita dei rischi inerenti il trasporto e le operazioni di carico e scarico di merci pericolose e delle disposizioni normative vigenti in materia (ADR e/o RID). Per svolgere tale incarico è obbligatorio possedere un certificato di formazione professionale rilasciato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Per riceverlo è necessario superare l’apposito esame oppure conseguirlo in uno stato aderente all’accordo. Il certificato può essere completo, oppure riguardare solo certi tipi di merci pericolose e alcune modalità di trasporto. Dev’essere rinnovato ogni 5 anni ed è valido in tutta la Comunità Europea.

Quando il consulente ADR è obbligatorio per un’azienda?

Dotarsi della figura del consulente ADR è obbligatorio per tutte le aziende che effettuano operazioni di trasporto, confezionamento, spedizione, imballaggio, carico e scarico di merci pericolose. Sono esentati dall’obbligo di nomina del consulente ADR le aziende aventi specifici requisiti, ovvero che:

  • trasportano merci pericolose al di sotto dei limiti quantitativi definiti nei punti 1.1.3.6 e 1.7.1.4 del Regolamento ADR;
  • trasportano occasionalmente in ambito nazionale merci che presentano un grado di pericolosità o rischio di inquinamento minimi;
  • effettuano trasporto di merci pericolose secondo i punti a) b) c) e d) del D.Lgs 35 del 2010.

Le esenzioni si applicano per l’impresa che effettua un numero massimo di operazioni annue pari a 24, con un limite massimo di 3 operazioni nello stesso mese o un totale complessivo massimo non superiore a 180 tonnellate/anno.

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Esenzioni trasporto rifiuti in ADR

Durante la compilazione del Formulario rifiuti (FIR) arrivati al campo numero 8 ci si imbatte in una dicitura: trasporto sottoposto a normativa ADR/RID. Nella maggior parte dei casi siamo sicuri di dover barrare la casella con un NO. Ciò avviene anche senza necessariamente sapere davvero di cosa si tratti nello specifico. Si sa invece che chi barra la casella del SI solitamente effettua trasporti di particolari rifiuti.

In questo articolo vogliamo anche aiutare a capire quali sono le esenzioni al trasporto rifiuti in ADR. Ovvero quelle situazioni di trasporto stradale nelle quali è consentita un’applicazione limitata (parziale o nulla) delle prescrizioni tecniche previste dalla Normativa.

Innanzitutto partiamo col dire che la normativa ADR riguarda il trasporto di merci in generale e non esclusivamente di rifiuti. In secondo luogo regola il trasporto di determinate sostanze. Ne consegue che questa normativa sia da applicare al trasporto dei rifiuti soltanto quando questi ultimi contengono o consistono nelle sostanze regolate da questa Norma. Andiamo allora a scoprirla.

Leggi anche Come compilare il nuovo modello di Formulario di Identificazione dei Rifiuti

Quali sono le esenzioni trasporto rifiuti in ADR?

Innanzitutto esistono due esenzioni riguardanti la nomina del consulente ADR. La prima è che in Italia l’obbligo di sua nomina non sussiste per le aziende che spediscono merci pericolose in quantità limitata (capitolo 3.4 ADR) o entro i limiti quantitativi previsti per l’esenzione parziale secondo il punto 1.1.3.6.

Inoltre sono esentate dall’obbligo di nomina anche le imprese che effettuano occasionalmente trasporti nazionali di merci o rifiuti pericolosi che presentano un grado di pericolosità o un rischio di inquinamento minimi. Tale esenzione è applicabile qualora l’impresa comunichi l’intenzione di avvalersene all’Ufficio provinciale del Dipartimento dei trasporti terrestri nella cui circoscrizione ha sede legale.

Ma come abbiamo visto, nell’Allegato A sono presenti anche i casi specifici legati alle sostanze e quindi le esenzioni al trasporto rifiuti in ADR. Comprendere se le esenzioni presenti nella Normativa sono applicabili allo specifico trasporto da effettuare non è cosa semplice. Si tratta infatti di casi che vanno valutati in base ai materiali da trasportare ed effettuando calcoli. Per questo è importante avere o rivolgersi sempre ad un consulente ADR.

Le esenzioni al trasporto rifiuti in ADR sono di tre tipi: esenzione parziale per quantità, esenzione per merci imballate in quantità limitate e esenzione totale per merci pericolose imballate in quantità esenti. Andiamo a scoprirle nel dettaglio.

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Esenzione parziale per quantità

Questa è l’esenzione applicata al trasporto di sostanze pericolose in quantità non superiori ai limiti previsti per le varie classi come riportato nel capitolo 1.1.3.6.
Nel caso di trasporto misto, per i trasporti di merci pericolose in esenzione parziale, non basta che ogni merce sia sotto il suo limite quantitativo ma è necessario effettuare un calcolo da riportare nel documento di trasporto.

L’esenzione parziale è ammessa solo se la sommatoria delle quantità relative, moltiplicata per il coefficiente di rischio stabilito per ognuna di esse è inferiore al valore parametrico 1000.
Sul documento di trasporto ADR dovranno essere riportati sia la quantità che il valore calcolato delle materie pericolose per ogni categoria, quando a bordo dell’unità di trasporto ve ne siano appartenenti a più categorie.

I colli dovranno riportare le etichette di pericolo (rombo) di almeno 100 mm di lato ed il numero Onu corrispondente alle sostanze contenute, preceduto dalla sigla “UN”. Per l’equipaggio dovrà essere obbligatoria la formazione del personale, diverso dal conducente, coinvolto nelle operazioni di trasporto. Il veicolo deve essere dotato di un estintore portatile di una capacità minima di 2 kg in polvere disposto in posizione facilmente accessibile ed al riparo dalle intemperie.

Esenzione per merci imballate in quantità limitate

È possibile trasportare un carico senza limiti di peso della materia pericolosa ovviamente rispettando sempre quello massimo a pieno carico del veicolo. Ciò purché tale carico sia conforme nei formati, nei pesi delle singole confezioni o dei colli e negli imballaggi, alle specifiche prescrizioni presenti ai capitoli 3.2 e 3.4.6 dell’ADR.
In questo caso, il trasporto è considerato parzialmente al di fuori delle prescrizioni ADR, al di là di alcuni particolari obblighi legati all’uso di tipi di imballaggio con limiti di massa lorda dei colli. Tutti i colli devono riportare in modo visibilmente chiaro il numero Onu di identificazione preceduto dalle lettere “UN”.

Sui colli contenenti sostanze pericolose deve essere apposto il segnale romboidale a sfondo bianco con le punte nere di dimensioni 100 mm x 100 mm. Chiaramente visibile e leggibile dev’essere resistente alle intemperie. Quando i colli contenenti merci pericolose in quantità limitate sono posti in un sovra-imballaggio, questo deve recare lo stesso segnale sopra indicato, a meno che non siano visibili i marchi rappresentativi di tutte le materie pericolose contenute. Nel caso in cui, invece, il veicolo sia superiore alle 12t e la massa lorda totale dei colli superi le 8t, si deve applicare, davanti e sul retro del mezzo di trasporto, lo stesso marchio della dimensione di 250 mm x 250 mm. Ciò a meno che non siano già presenti i normali pannelli arancione.

Esenzione totale per merci pericolose imballate in quantità esenti

In questo caso il trasporto deve avvenire nel solo rispetto delle apposite quantità e tipologie di imballaggio. Nel capitolo 3.5.1.2 sono indicate quantità e caratteristiche degli imballaggi stessi prevedendo la presenza di un imballaggio interno, uno intermedio in grado di contenere eventuali perdite o fuoriuscite del contenuto, un imballaggio esterno rigido e robusto. Il collo dev’essere apposto un marchio di colore rosso di forma quadrata di almeno 100 mm x 100 mm, con all’interno una E cerchiata, il numero di etichetta di pericolo ed il nome dello speditore o destinatario qualora questo non compaia da nessuna parte sull’imballaggio. Il numero massimo di colli in tutto il veicolo non deve superare i 1000. Sui documenti di accompagnamento dev’essere riportata la scritta “Merci pericolose in quantità esenti” e indicato il numero dei colli.

ADR: quali sono le sanzioni?

Abbiamo visto quali sono le esenzioni al trasporto rifiuti in ADR. Giunti al termine di questo excursus vogliamo ricordare l’importanza che hanno una corretta classificazione e caratterizzazione dei rifiuti. Ciò per essere sempre sicuri di effettuare una gestione adeguata agli obblighi di Legge. In questo caso anche per sapere con certezza se il rifiuto al momento del trasporto sia soggetto alla normativa ADR.

Le sanzioni in merito alla Normativa ADR sono riportate all’interno del Codice della Strada. Si tratta di sanzioni che non riguardano la responsabilità civile o penale nel caso di incidente e danni a cose o persone ma il mancato rispetto delle prescrizioni. Nel dettaglio sono:

  • Violazione degli obblighi in materia di equipaggiamento del mezzo: sanzione pecuniaria da 406 Euro a 1.632 Euro, decurtazione di 10 punti dalla patente e sospensione della patente e carta di circolazione da due a sei mesi;
  • Mancato rispetto degli obblighi in materia di equipaggiamento personale, documentazione di trasporto e istruzioni scritte: sanzione pecuniaria da 406 Euro a 1.632 Euro e decurtazione di 2 punti dalla patente;
  • Violazione delle prescrizioni relative all’idoneità tecnica dei veicoli e all’etichettatura della merce: sanzione pecuniaria da 406 Euro a 1.632 Euro, decurtazione di 10 punti e sospensione della patente di guida e della carta di circolazione dai due ai sei mesi;
  • Marcature mancanti o irregolari, imballaggio non idoneo o errato fissaggio del carico: sanzione pecuniaria da 163 Euro a 652 Euro.

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Gli utenti hanno commentato:

2 risposte a “Trasporto rifiuti in ADR”

  1. Antonella ha detto:

    Voglio ricevere aggiornamenti gratuiti

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