consulente ambientale

Cosa fa e come diventare un consulente ambientale?

La figura professionale del consulente ambientale sta diventando sempre più comune nel mondo delle aziende. Tra i nuovi green job è una delle figure più interessanti. Andiamo a scoprire in questo articolo cosa fa esattamente e come diventarlo.


Indice


Il Consulente Ambientale – Introduzione

Il 2020 doveva essere l’anno in cui gli occupati nei cosiddetti green jobs sarebbero dovuti crescere spinti dalla forza propulsiva della green economy. Sembrava infatti che la sensibilità nei confronti dei temi ambientali non sarebbe rimasta relegata al solo dibattito politico. Anche il mondo imprenditoriale infatti ha iniziato a comprendere come la sostenibilità ambientale non fosse solo un tema aleatorio ma avesse riscontri pratici. La gestione sostenibile delle risorse materiali, dell’energia, unite alle potenzialità legate al green marketing possono produrre vantaggi economici tangibili.

Inoltre, almeno in Italia, l’attesa per nuove Leggi sull’economia circolare, avevano creato un’attesa quasi spasmodica, con la fiducia che anche la legislazione potesse diventare una leva per la creazione di posti di lavoro.
Così non è stato. Almeno per ora. Inutile dire come il covid-19 abbia contribuito. La crisi, pare la peggiore dai tempi di quella petrolifera del 1973, non solo ha bloccato un potenziale sviluppo, ma ha addirittura causato notevoli passi indietro. Lo stop dell’economia riguarda quasi tutti i settori. Inoltre la sostenibilità soffre della stessa debolezza di sempre. Viene vista ancora come un aspetto sacrificabile che in tempi emergenziali è relegata in coda ad altri obiettivi visti come prioritari.

Cosa sono i green jobs

Ovviamente porre in essere nuove soluzioni gestionali e industriali più sostenibili ha bisogno di professionalità in grado, con le loro competenze, di guidare nella realizzazione i soggetti interessati.
Il termine green jobs è apparso nell’ultimo decennio come concetto riferito a tutte quelle professioni che trattano gli aspetti legati alla sostenibilità con particolare importanza. Non si tratta per forza di nuove professioni nate dal progredire della società. Ma anche di professioni già esistenti svolte però in una maniera nuova. Ponendo gli aspetti della sostenibilità in un ruolo centrale nella progettazione delle azioni da realizzare.

A questo proposito, è anche arrivata qualche tempo fa la definizione di green jobs da parte dell’UNEP (United Nations Environment Program), l’agenzia delle Nazioni Unite che opera contro i cambiamenti climatici e a favore della tutela dell’ambiente e dell’uso sostenibile delle risorse naturali. Secondo l’UNEP “si definiscono green jobs quelle occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale“.

Tra queste nuove professioni figura quella del consulente ambientale, di cui cercheremo di stilare un profilo.

Cosa fa il consulente ambientale

Il consulente ambientale è un tecnico con competenze specifiche in materia ambientale che svolge attività gestionali riguardanti gli aspetti di tutela dell’ambiente legati ad un determinato contesto economico.
Il lavoro del consulente ambientale può trattare diversi aspetti. Dipende poi dai casi, su quale singolo o multipli aspetti il professionista vorrà concentrare la propria formazione e attività. Come suggerisce anche il termine consulente, consiglia e assiste il proprio committente nello svolgimento di atti, pratiche o progetti. Tutto ciò fornendo informazioni e pareri o implementando soluzioni attraverso le proprie competenze.

Come vedremo può operare in un contesto multidisciplinare. Inoltre può farlo come libero professionista o come dipendente. In quest’ultimo caso può avvenire un’integrazione con figure già note come gli HSE, gli RSPP, i responsabili qualità o semplicemente integrare attività che fanno parte delle mansioni di queste figure.
Le azioni caratterizzanti l’attività del consulente ambientale si concentrano innanzitutto su due settori piuttosto definiti. Uno di questi è anche riportato nella descrizione delle attività del codice ATECO di riferimento del consulente ambientale, il 74.90.93. Questi due settori sono:

  • l’efficienza energetica e il consumo di materie prime;
  • la gestione rifiuti, i correlati adempimenti documentali e il contenimento del loro costo aziendale.

Per quanto riguarda invece le mansioni del consulente ambientale scendendo più nello specifico, possono essere riassumibili in:

  • risparmio energetico e conversione a energie rinnovabili
  • gestione documentale rifiuti in conformità alla normativa ambientale
  • audit e implementazione di sistemi di gestione ambientale (audit ambientale)
  • valutazione dei rischi per la sicurezza ambientale
  • valutazioni impatto ambientale e adempimenti per le pratiche autorizzative (AIA, AUA)
  • contabilità verde
  • Diritto dell’ambiente
  • economia circolare (individuazione di sottoprodotti)

Andiamo ora a capire cosa trattano questi ambiti un po’ più nello specifico. Per ognuno di essi esistono professioni ad hoc le cui mansioni possono essere fatte ricadere nel concetto di consulenze ambientali.

Esperto gestione energetica

In questo ambito il consulente ambientale studia la possibilità di diminuire il consumo di energia eliminando gli sprechi e l’installazione di impianti di energia rinnovabile. Può agire sia a livello civile che industriale arrivando a progettare e gestire impianti in maniera da ridurre i consumi di materie prime ed energia.

Stiamo parlando in questo caso di una figura un po’ più specifica, quella dell’Esperto in Gestione dell’Energia, per la quale è previsto un determinato iter formativo. L’Esperto Gestione Energia – EGE – è il responsabile del sistema di gestione energetico secondo la norma ISO 50001. È una figura introdotta dal D.lgs. 115/08 e con il D.lgs. 102/2014 è stata prevista la sua certificazione in base alla norma UNI CEI 11339.

L’EGE ha titolo per condurre diagnosi energetiche presso le imprese e può formalizzare il rilascio dei cosiddetti certificati bianchi o Titoli di Efficienza Energetica (TEE). Si tratta di titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi nell’uso di energia attraverso interventi e progetti di efficientamento energetico. Un certificato equivale al risparmio di una Tonnellata Equivalente di Petrolio (TEP).

Tecnico Gestione Rifiuti

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti il consulente ambientale assume il compito del cosiddetto Waste Manager. Figura che tra le proprie attività principali comprende l’analisi, il monitoraggio e l’ottimizzazione dei costi di smaltimento dei rifiuti speciali aziendali.

Si occupa oltre alle procedure e metodologie volte a gestire l’intero processo di smaltimento anche della gestione della documentazione da produrre per rispettare le conformità alla Normativa vigente. I consulenti ambientali possono anche svolgere attività di verifica, appurando che le procedure già in essere all’interno di un’azienda siano svolte in maniera conforme e nel caso implementare progetti per risolvere le non conformità.
Come step successivo il consulente ambientale può diventare Responsabile Tecnico gestione rifiuti. Per fare ciò deve però superare un esame in Camera di Commercio in base alla categoria di gestione rifiuti nella quale vuole esercitare.

Leggi anche Waste Manager: una nuova figura professionale a servizio delle aziende

Auditor di Sistemi di gestione ambientale e certificazioni

Il consulente ambientale può svolgere l’attività di auditor all’interno di un’azienda per quando riguarda il sistema di gestione ambientale. Questo è uno strumento volontario applicabile a qualsiasi organizzazione che persegua un miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali attraverso lo sviluppo e l’attuazione di una politica ambientale interna.

In questo caso è necessario ottenere la qualifica di auditor certificato per il Sistema di Gestione Ambientale (SGA) normato dalla UNI EN ISO 14001. Si tratta di una Norma internazionale che permette ad un’organizzazione di identificare gli aspetti ambientali delle proprie attività che hanno impatti significativi sull’ambiente e gestirli secondo gli obiettivi individuati nella politica ambientale interna e tenendo conto delle prescrizioni normative.

Esistono anche altre certificazioni ambientali sia per sistemi di gestione che di prodotti. Il consulente ambientale può specializzarsi nella conoscenza di queste e diventarne auditor. Quelle più importanti, oltre le ISO, sono l’EMAS, FSC e ora tutte quelle riguardanti i prodotti biodegradabili e compostabili.

Valutazione impatto Ambientale

Il consulente ambientale tra le altre attività può supportare l’ottenimento delle autorizzazioni ambientali secondo quanto previsto dalle normative vigenti. La consulenza può riguardare la predisposizione della domanda di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) con il supporto alla redazione della documentazione tecnica richiesta. Oppure la redazione e l’inoltro delle istanze di iscrizione, rinnovo e modifica anche dell’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) nel rispetto dell’art. 23 della legge 35/2012. Questa sostituisce fino a sette autorizzazioni riguardanti scarichi idrici, acque reflue, fanghi di depurazione, emissioni in atmosfera, impatto acustico, smaltimento e recupero dei rifiuti.

Può inoltre curarsi del supporto alla predisposizione della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e della VAS (Valutazione Ambientale Strategica). La VIA è il procedimento mediante il quale vengono individuati gli effetti significativi e negativi sull’ambiente di un progetto. La VAS è la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi in fase preparatoria, quindi prima che ricevano l’approvazione da parte degli organi competenti. La VIA invece si effettua dopo l’elaborazione del progetto. Nello specifico il consulente ambientale può elaborare Studi di Impatto Ambientale (SIA), quantificando gli impatti ambientali ed elaborando quindi i Rapporti Ambientali (RA) necessari alla VAS.

Da non dimenticare il ruolo che il consulente ambientale può svolgere nella valutazione del ciclo vita di prodotti e servizi o LCA (Life Cicle Assessment). Astro nascente tra i nuovi strumenti ambientali, si tratta di un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale per quantificare i potenziali impatti su ambiente e salute umana associati a beni o servizi. Tutto ciò comprendendo il calcolo del consumo di risorse ed emissioni prodotte, partendo dall’approvvigionamento delle materie prime per arrivare allo smaltimento e comprendendo l’impatto durante l’uso o consumo.

Risk Manager ambientale

Altra attività integrabile dalla figura del consulente è quella del Risk Manager ambientale. È il professionista che analizza e individua possibili punti deboli o falle e i rischi a cui l’impresa potrebbe essere esposta in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro garantendo il rispetto delle Norme. Oltre alle conoscenze tecnico-scientifiche, deve conoscere perfettamente tutte le Leggi del settore formandosi continuativamente. La risorsa può coprire le posizioni di ASPP, RSPP o HSE.

Si deve occupare della messa a punto delle misure preventive e protettive, di supervisione delle attività formative per il personale, misurazioni e reportistica. Attività centrale di queste mansioni è la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) che rappresenta la mappatura dei rischi per la salute e la sicurezza presenti in un’azienda. Contenuto nel Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (D.lgs. 81/2008), la sua elaborazione è un compito obbligatorio non delegabile assegnato al titolare d’azienda con appunto l’ausilio del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e del medico competente, previa consultazione col rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Specialista in contabilità verde

Si tratta di una sorta di commercialista verde. La volontà governativa di dare impulso alla conversione verde dell’economia, da un punto di vista legislativo è avvenuta tramite la creazione di incentivi fiscali. In questo caso il consulente ambientale deve conoscere l’insieme dei cosiddetti ecobonus e di tutti gli incentivi e le norme che consentono alle imprese di ottenerli. Secondo step sarà poi supportare l’organizzazione nell’ottenimento di questi strumenti.

Esperto in Diritto dell’Ambiente

Il Diritto ambientale, ovvero tutte quelle Leggi poste a garanzia della qualità e salubrità dell’ambiente è una branca del Diritto in continua evoluzione. La giurisprudenza in riferimento alla sostenibilità ambientale è caratterizzata da una sempre maggiore quantità di Norme tra l’altro in continuo rinnovamento. Il quadro è diventato così esteso e così complesso da interpretare che è difficoltoso applicare correttamente le Normative.

Questa difficoltà è percepita nella maggior parte delle aziende, le cui attività non possono prescindere da una corretta interpretazione del Diritto ambientale. È a questo punto che interviene la figura del Giurista Ambientale, di nascita piuttosto recente. Si tratta di un esperto in Diritto dell’ambiente che conosce perfettamente le normative di questo settore e fornisce consulenza al fine di agire nel completo rispetto delle regole.

Consulente Ambientale – Circular Economy Manager

Parliamo della figura del Circular Economy Manager. Professione nuove e ancora non ben definita, opera in contesti ancora da svilupparsi pienamente. L’economia circolare si realizza attraverso il riassetto delle attività all’interno delle organizzazioni e ridisegnando i modelli di produzione per creare filiere nelle quali materia ed energia siano create e utilizzate in un circuito chiuso. Alla base dell’Economia Circolare vi è il superamento delle classiche separazioni tra ambiti e settori. È per questo che il consulente ambientale è una figura multidisciplinare. Deve infatti connettere realtà tecniche e settoriali differenti.

Scopri anche Chi è l’Intermediario Rifiuti e che cosa fa. Identikit e compiti di questa figura

Le potenzialità dell’economia circolare possono venire pienamente sfruttate solo investigando e sviluppando tutte le possibili sinergie. Inoltre non si tratta solo di ideare e realizzare questo tipo di connessioni. Infatti l’economia circolare nella sua interezza è molto di più. Ecco cosa:

  • produrre energia rinnovabile;
  • valorizzare i materiali mediante upcycling, riuso, riciclo e tramite il mercato dei sottoprodotti;
  • sviluppare modelli di business che prevedano di vendere i beni come servizi o sulla base della condivisione;
  • estendere la vita utile di prodotti e asset mediante una progettazione e una manutenzione ad hoc;
  • progettare prodotti sulla base dei principi dell’eco-design, ovvero con materie naturali e rinnovabili.

Il consulente ambientale anche se può essere intermediario di sottoprodotti o materiale riciclato, non è solo questo. Può essere infatti una figura consulenziale con competenze tecniche che supporta alla realizzazione di progetti riguardanti uno o più dei punti appena citati.

Leggi anche 10 Vantaggi nell’utilizzare un software in cloud per la gestione dei rifiuti

Come diventare consulente ambientale

Non esiste un percorso univoco con il quale ottenere un titolo ed iniziare ad esercitare questa professione. Un titolo preferenziale è comunque sicuramente quello di ingegnere ambientale. Nel relativo corso di laurea infatti sono previsti molti esami che affrontano i temi sopra affrontati. Un’altra figura è quella del chimico. Molte delle mansioni del consulente ambientale sono infatti facilitate se vi è una conoscenza dei materiali e dei metodi di analisi.
Biologia e scienze naturali sono anch’essi compatibili con un percorso professionale nella green economy. Giurisprudenza se declinata alla legislazione ambientale può divenire molto utile per effettuare consulenze legali in quest’ambito. Titoli in Economia e Management possono essere utili in questo campo come lo sono in tante altre professioni odierne.

Le competenze richieste a un consulente ambientale come detto richiedono una certa multidisciplinarietà. Magari in futuro ci saranno corsi universitari più specifici e quello che oggi viene inteso come multidisciplinare, un giorno sarà visto come qualcosa di verticale. Una laurea comunque non è indispensabile.

Non esistendo ancora un corso di laurea ad hoc, la strada verso la professione è aperta e legata tantissimo alla formazione continua, personalizzata in base alle aspirazioni del singolo. Magari cercando di intercettare le richieste del mercato. Sono stati creati diversi corsi professionalizzanti e Master con l’obiettivo di trasmettere competenze che possano permettere lo svolgimento di questa nuova professione. È inoltre nata l’apposita associazione professionale di categoria, l’Unione Italiana Consulenti Ambientali, con l’impegno di valorizzare questa professione e promuoverne un percorso formativo certificato.

Se questo articolo ti è piaciuto e lo hai trovato utile, condividilo con colleghi, amici e persone che potrebbero essere interessate. Nel frattempo, se vuoi ricevere mensilmente la raccolta degli articoli pubblicati su Rifiutoo puoi iscriverti alla Newsletter oppure seguire Rifiutoo sui nostri social.

Leggi anche le altre notizie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *